Londra, Accademia Italiana 1991


L’arte di Giuliana Fresco

Testo di John Russell Taylor
Critico d’arte del Times

 

Fin dall’inizio del secolo una preoccupazione ricorrente per molti è stata quella di trovare qualche sorta di equivalente visivo all’ effetto della musica sui sensi. Alcuni artisti dell’inizio del 900 fra quelli più inclini al misticismo, Kandinsky ad esempio in maniera rilevante , abbracciarono totalmente idee teosofiche e antroposofiche quali la sinestesia ed il libero interscambio dei sensi, così che uno potesse riuscire a sentire le essenze e vedere la musica in una maniera assolutamente letterale.

Nonostante tutto il sogno è continuato ad esistere. In epoca più recente raramente gli artisti hanno rivendicato poco più di una generica ispirazione derivata dagli effetti dell’ascoltare musica. Le evocazioni di colori di Debussy di Ceri Richards, per esempio, traggono molto della loro efficacia dal fatto che non pretendono di asserire null’altro che “Così è come questa musica mi colpisce”. E’ un punto di inizio nel processo mediativo/creativo, e questo è tutto. Più recentemente c’è stato un rinnovato interesse nelle origini mistiche dell‘arte dell’inizio del ventesimo secolo , particolarmente delle sue manifestazioni astratte, che ha portato mostre come “The spiritual in Art in America, “Von Klang der Bilder” in Germania è “Sounds of colours” in Gran Bretagna. A questo punto la creazione di effetti musicali attraverso i colori è stata totalmente recuperata dalle interpretazioni della Walt Disney e dalle agonie ed estasi di Fantasia.

E’ qui che esattamente Giuliana entra nel discorso. In realtà, lei si è dedicata consciamente a evocare musica con i suoi dipinti soltanto nell’ultimo anno o due. Questi dipinti recenti, però, riassumono e rendono esplicite cose che erano vagamente percettibili nei suoi lavori sin da quando ha ricominciato a dipingere seriamente negli anni Settanta . Al di là di quello che tutti possono vedere nei suoi ritratti e nelle sue nature morte, c’è sempre qualcosa di meno tangibile che si libra, qualcosa come un profumo percepito in lontananza mentre, in superficie, si è toccati da qualcosa di completamente diverso.

Essa è una ritrattista sensibile e attenta, una pittrice acuta e delicata di bottiglie e fiori ed ancora di piccole misteriose e fugaci vedute da una finestra di Londra. Anche nei quadri più apparentemente “semplici” rimane però qualcosa che non è spiegato e che non si può spiegare. Questa musica è insinuata in noi affascinando inostri sensi senza che neanche sapessimo come o perché.

Giuliana Fresco ha iniziato a dipingere presto, ha poi smesso e ricominciato di nuovo, in una sorta di rinascita artistica. Le ragioni di questo non sono difficili da individuare: dopo la scuola d’arte in Italia è passata attraverso le stesse esperienze di molte studentesse: si è sposata, ha avuto dei bambini e in qualche modo ha messo da parte il suo serio impegno per l’arte per poter essere in grado di mandare avanti la casa e di dedicarsi alla famiglia che cresceva. Ma se l’arte era fuori dalla vista non era mai fuori dalla sua mente. Lei non è di quelle donne che trovano o credono di trovare la completa realizzazione della propria creatività nell’essere soltanto mogli e madri. L’impulso era troppo forte, l’occhio dell’artista un maestro estremamente esigente. Le reazioni a tutto quello che vedeva intorno   a lei erano continue, ma la possibilità di esprimere tutto questo ha dovuto aspettare il proprio turno; non c’erano dubbi, però che il momento sarebbe arrivato. Una volta che i figli erano cresciuti ed avevano raggiunto l’età dell’indipendenza, questo non sarebbe più stato negato. Infatti si è trasferita a Londra e ha deciso di dedicarsi a quella che è una delle vie più rischiose, diventare un artista professionista.