Torino, Galleria Nuova Gissi 1999


Nascite

Testo di Martina Corgnati

Tutte le opere “avvengono” al mondo, in un certo senso, per una specie di nascita, per un processo di progressiva estrinsecazione ed elaborazione di un discorso in termini, per esempio, di segni e di colori. Quindi, considerato tutto questo, il titolo scelto da Giuliana Fresco per la presente mostra potrebbe proporsi semplicemente come una specie di enunciato tautologico, enunciazione di uno stato di fatto, sostenibile comunque e dovunque. Ma, nel caso dell’artista milanese le cose non stanno propriamente così, o non soltanto. In queste Nascite infatti, che è innanzitutto il titolo del gruppo di opere recenti forse in assoluto più significativo, c’è da segnalare una marcata e connotante carnalità, una dilatazione emotiva che la pittura mette in gioco, dispegnando un insieme di connotazioni affettivamente intese, drammatiche, persino violente. Ecco. Quindi “nascita” come connotazione specifica del linguaggio di questi lavori ultimi, spia della qualità espressive e dell’ambizione che li accompagnano nel loro farsi e nel loro presentarsi al mondo (un “atto di nascita” non è un atto qualunque); e persino “nascita” esplicitamente come soggetto, come referente reale, anche se lo stile di Giuliana Fresco non si concede ancora, come non si è concesso mai, di formulare enunciati troppo singolari e troppo vincolanti ad un’interpretazione unica e monovalente, bensì tende a sovrapporsi ad una varietà di oggetti possibili come una sostanza trasparente, che consente allo sguardo di muoversi in direzioni molteplici. Una sostanza, in altre parole, che evoca senza dire che propone senza vincolare ad un dato di fatto rigido, già definito una volta per tutte.